Cinema - Teatro Di Lillo - Mappa

Cinema - Teatro Di Lillo - Dettagli

Particolarmente importante ai sensi della legge 1°giugno 1939, n.1089, il Politeama Moderno poi Cinema Teatro Di Lillo “rappresenta l’espressione delle nuove esigenze culturali connesse allo sviluppo economico, demografico, industriale vissuto dalla città a partire dalla seconda metà dell’800”, oltre a stilizzare da un punto di vista artistico un interessante testimonianza di architettura liberty a Barletta. Attualmente costituisce purtroppo, un ricordo di una fervente ed importante attività artistica condotta ininterrottamente dalla data di fondazione sino alla sua trasfigurazione avvenuta negli anni ’90 del secolo scorso. Eretto su di un sito che precedentemente era adibito in parte a deposito di carrozze e diligenze del Sig. Cuomo, ed in parte a stalle dei Sigg. Perfetti, fu costruito per iniziativa dei Sigg. Di teatro di lillo Lillo, Di Serio e Doronzo. Il progetto fu realizzato dall’Ing. Boccasini che curò anche la direzione dei lavori. La deposizione della prima pietra avvenne il pomeriggio dell’8 dicembre 1920 alla presenza dei tre comproprietari, dell’Ing. Boccasini, Autorità Civili, Militari e Religiose e di una folta presenza di Cittadini, che si ritrovarono puntuali all’inaugurazione, avvenuta con solenne cerimonia nel Gennaio 1924. Il Politeama Di Lillo possedeva una struttura in cemento armato, novità tecnica per l’epoca. La struttura interna seppure semplice nella sua articolazione, richiamava nelle forme e nelle decorazioni dell’arredo, il gusto liberty, in seguito scomparso per rinnovamento dell’arredamento, ma rimasto chiaramente intelleggibile nei fregi della facciata esterna. Nel periodo in cui, gli impianti d’illuminazione a gas, pian piano lasciavano il posto a quelli elettrici, ed il ritmo delle faccende quotidiane era più tranquillo ed a misura d’uomo, la possibilità offerta dalle sale cinematografiche o teatrali di fare trascorrere ai cittadini delle serate di svago, cultura e divertimento, costituiva un forte richiamo ed interesse. In particolare il Cinema Teatro Di Lillo nacque con l’intento di diversificare l’offerta ed il tipo di spettacoli che già da tempo svolgevano “Sale” come la rinomata “Sala Roma” (situata proprio di fronte al sito in cui fu edificato il Politeama). teatro di lilloI generi di spettacolo proposti dalla Sala Roma, consistevano soprattutto in varietà, operette e per buona parte in films muti. Questi ultimi si avvalevano dell’insostituibile sottofondo musicale, eseguito estemporaneamente da musicisti amatori e professionisti barlettani come Nicola Del Core, il Maestro Fucilli, il Maestro Ceci, ed altri di cui omettiamo i nomi per brevità, che con passione e bravura riuscivano a sottolineare le scene proposte dai films. Il Politeama Moderno gestito da Ruggero Di Lillo e dal Prof. Luigi Doronzo, dotato di 2000 posti, buca orchestrale, di un palco tecnicamente ben accessoriato e di dimensioni simili a quelle del Teatro Comunale “Giuseppe Curci”, in ottemperanza con le disposizioni di legge dell’epoca, in materia di spettacolo, a partire dal 1936 oltre a svolgere conferenze, spettacoli di cinema, varietà ed operetta, iniziò a proporre con grande entusiasmo e tenacia dei due gestori, stagioni liriche, ormai da decenni assenti dai palcoscenici barlettani. Ottenere stima e fiducia dell’Amministrazione Comunale probabilmente non fu cosa facile, ma ben presto grazie alla collaborazione dell’Amm.ne, il Politeama ottenne con cadenza annuale, contributi Ministeriali per provvedere ai considerevoli costi degli allestimenti lirici, tutti di ottimo livello. A questo proposito per contenere i costi e dare lavoro alle professionalità locali, un’azione importante adottata dall’impresa Di Lillo e condivisa dall’Amm.ne Comunale, fu realizzata, includendo maestranze, artisti e comparse locali, in tutti gli allestimenti, integrando così il personale e gli artisti prescelti dalle imprese liriche. Gran parte dell’attrezzeria di scena era fornita da ditte specializzate e rinomate nell’ambito dello spettacolo, ma spesso il materiale scenico era preso in prestito dal Teatro Comunale. Ogni Stagione Lirica era un evento che coinvolgeva oltre ai cittadini barlettani anche quelli appartenenti alle provincie di Bari e Foggia ed a volte anche parlamentari, colleghi di deputati e parlamentari barlettani dell’epoca, come l’On. Ferdinando Casardi, ed i deputati Capacchione e Monterisi. La stampa nazionale e regionale, puntualmente divulgava ed elogiava gli appuntamenti e spesso le presenze raggiungevano la media di circa 1000 unità per serata. In tali occasioni l’amministrazione Comunale si preoccupava di favorire la presenza degli ospiti provenienti da altre località, incrementando il numero delle corse ferroviarie e delle autolinee anche e soprattutto in coincidenza del termine a notte inoltrata delle rappresentazioni operistiche. Dal 1940 il Politeama, fu l’unico luogo di spettacolo tra le diverse Sale di Barletta [Politeama Paolillo 1500 pp.; Arena “Smeraldo” 2000 pp.(adatto anche per spettacoli lirici all’aperto); Cinema “Eden”di 1000 pp.], a potersi fregiare secondo disposizioni legislative della denominazione “Cinema –Teatro”. Durante il secondo conflitto mondiale fu utilizzato anche per spettacoli riservati alle Forze Armate. teatro di lillo Nel susseguirsi delle stagioni teatrali, molteplici e vari, furono i titoli delle opere rappresentate: Tosca, Adriana Lecouvreur, Forza del Destino, Lucia di Lammermor, Traviata, Rigoletto, Barbiere di Siviglia, Fedora, Un ballo in maschera, Bohème, Andrea Chènier, Madama Butterfly, Turandot (nuova per Barletta e circondario nel 1949) Aida, Cavalleria Rusticana, Ave Maria (nuova per Barletta nel 1952), Pagliacci, Trovatore ecc. Altrettanto importante fu la presenza di interpreti di fama internazionale, come i tenori: Ferruccio Tagliavini, De Muro Lomanto, Antonio Annaloro, Gino Sinimberghi, ecc., i soprani: Elisabetta Barbato e Dedy Montano (entrambi di origini barlettane), Lina Pagliughi Delia Sanzio, Vera Montanari,ecc. il baritono Libero Leone (di origini barlettane), ecc. Nel 1940 non mancarono contatti anche con Beniamino Gigli, che purtroppo per molteplici impegni già assunti in precedenza, non potè soddisfare l’invito dell’Amm.ne barlettana. La buona riuscita degli allestimenti poteva contare anche su professionalità corali, orchestrali e di ballo provenienti da teatri di tradizione come il Teatro S. Carlo di Napoli, il Teatro dell’Opera di Roma ed il Teatro alla Scala di Milano, il tutto sapientemente coordinato e garantito da impresari del calibro del M° Carlo Vitale. Con il sopravvento del cinema sonoro ed a colori, progressivamente l’attività lirica cessò per i considerevoli costi non recuperati da un adeguato numero di presenze, ed il Cinema teatro continuò la sola programmazione cinematografica, grazie alla tenacia del gestore, famigliarmente e simpaticamente soprannominato dai ragazzi “Zi monaco” per il suo comportamento paterno e benevolo. A seguito del decesso di quest’ultimo, della mancanza di stimoli nei successori nel proseguimento della gestione ed il prepotente avanzare della televisione, decretarono la chiusura e la vendita dell’intero immobile. Nei primi anni ’90, il Cinema teatro fu demolito ad eccezione della sola facciata, nonostante fosse stato sottoposto nel 1984 alle disposizioni di tutela previste dalla legge 1089 del 1939. Lo sdegno cittadino si concretizzò con una protesta formale che i responsabili delle Associazioni barlettane, aderenti al forum per il riuso della distilleria: Archeoclub d’Italia, Corale polifonica “Il Gabbiano”, Associazione studenti superiori e universitari, Cesacoop Arte, Sinistra giovanile, WWF, inviarono al ministro dei Beni culturali, Ronchey, all’Amministrazione e al Consiglio comunale di Barletta per denunciare << la sconcertante esemplarità della vicenda dello storico teatro Dilillo, ..… demolito con l’eccezione della sola facciata, per consentire la costruzione di un nuovo edificio destinato presumibilmente ad uffici…”. Il diffuso dissenso dell’opinione pubblica cittadina verso questo inaccettabile atto non si manifestò mai apertamente a causa del convincimento che le disposizioni riguardassero esclusivamente la facciata del Cinema teatro. La stessa azione dell’associazionismo più attento alla tutela del patrimonio storico barlettano risultò condizionata da tale convincimento, anche se non mancarono le voci e le iniziative di denuncia del grave fatto. Infine, va altresì precisato che, nè dalla relazione del sovrintendente dell’epoca Riccardo Mola, né nel decreto di vincolo firmato il 31 marzo 1984 dal sottosegretario Galasso, si parlava di tutela limitata alla sola facciata del teatro, ma di estensione degli effetti del provvedimento all’intero immobile.

A cura di Gianluigi Gorgoglione (coro Il Gabbiano - Barletta)


Cinema - Teatro Di Lillo - Foto
Via Imbriani: Teatro Di Lillo (sulla destra)
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