Il disegno del cimitero di Barletta venne realizzato dal barlettano Francesco Sponzilli, il quale inizialmente aveva pensato alla presenza di un monumento a forma piramidale quale ingresso. Il progetto subisce variazioni ma ciò che resta è la cappella, una piramide a pianta di tipo greco completata negli anni quaranta e aperta a tutti solo nel 68. Sponzilli è anche l'artefice del vecchio Orologio di San Giacomo a forma di obelisco, elemento che insieme alla Piramide ha rimandi alla Massoneria della quale pare facesse parte. Per questo nei tempi più recenti è stata collocata una croce per indicare che quella i fedeli e i visitatori incontrano all'entrata del cimitero di Barletta è una chiesa. Addentandrosi nelle quattro aree che circondano la piramide è presente un monumento in onore ai caduti. Inoltre, sempre in zona è presente il cimitero della comunità greca risalente al 1844. In questa zona è possibile trovare anche la tomba di Giuseppe Gabbiani e della sua famiglia. Questa tomba ospita anche i resti di Giambattista Calò, maestro di Giuseppe De Nittis e di Giuseppe Gabbiani. Sempre in questa zona storica del cimitero ci sono diverse cappelle gentilizie private, come ad esempio quelle delle famiglie Bonelli, Casardi, Scuro e Ortona. Proseguendo si giunge all'ossario commemorativo dei caduti slavi in onore dei caduti jugoslavi della prima e della seconda guerra mondiale, costruito nel 1970. La parte centrale è un mosaico che rappresenta il sangue delle vittime. L'ossario è stato voluto dal Ministero degli Esteri italiano e dalla Ex Jugoslavia per commemorare i partigiani slavi caduti che si trovavano a Barletta. I militari sepolti a Barletta appartenevano alla NLAY, la formazione partigiana di liberazione nazionale jugoslava. Feriti durante la lotta di liberazione, vennero trasportati dagli inglesi negli ospedali militari dell'Italia meridionale, presso il campo militare slavo da loro stessi organizzato nel 1944 nella parte a nord-ovest del cimitero di Barletta. Fonte: Amica9 Tv |