Tutta la storia della città è legata al porto e al mare.
A tale proposito la storiografia, (ancora divisa sulle origini della città ), ci pone dinanzi due tesi.
Una, afferma che l’antichissimo borgo ed il porto hanno avuto origine dai primi approdi di Bardei, pirati e marinai Illirici che avrebbero abitato questa costa nel IV sec.a.C.
L’altra tesi, vede nascere Barletta ed il suo porto, dalle esigenze portuali della vicina Canosa. Pertanto gli abitanti dell’antica Canusium furono impegnati nella costruzione del cosiddetto “caricaturoâ€, per commerciare le lane ed il grano. Furono loro, secondo questa ipotesi, a creare l’agglomerato urbano intorno alla zona marinara. Quale che ne sia la nascita, è chiaro che tutta la storia di Barletta si sviluppa tra le due direzioni: quella del mare con gran movimento di navi, con gli sbarchi e le partenze di popoli, e quella dell’entroterra, con la necessità di cercare un approdo, un porto. L’importanza che progressivamente investirà il porto ed i conseguenti cambiamenti strutturali, sono testimoniati anche dalla vicinanza con le torri faro e di avvistamento, di epoca medievale, presenti in numero massiccio al suo nord.
Il primo piano complessivo di ristrutturazione del porto in età moderna è del 1750. A partire da quella data, l'interesse dello Stato e degli organi amministrativi periferici nei confronti dell'opera e scandito da una serie di interventi, attuati o solo progettati, in cui si cimentano alcuni tra i maggiori ingegneri idraulici napoletani.
Porto “specializzato†(soprattutto nell’esportazione di grano e vino), con un movimento in entrata estremamente limitato rispetto a quello di uscita, Barletta insegue per tutto il XIX sec. il sogno di diventare il primo porto del Mediterraneo.
In questo contesto, per dare sicurezza ai naviganti e potenziare quello che era uno degli scali più importanti all’inizio del XIX secolo, nel 1807 fu costruito lo storico Faro, così come si legge sulla lapide apposta alla base dello stesso, “Al comodo e sicurezza de’ naviganti regnando Giuseppe Napoleone I dalle reddite addette al porto e coll’ispezione del capo de’ Movimenti di Marina Saverio Pappalettere nell’anno MDCCCVII questa lanterna fu costruttaâ€, infatti per volere di Giuseppe Bonaparte, fu edificato il Faro, ad opera dell’architetto barlettano Giuseppe Chiarelli, lo stesso che elaborò il progetto per l’aula consiliare del Comune nella vecchia sede di via Municipio ed esercitò la sua professione anche per le Saline di Margherita di Savoia.
Il vecchio faro, â€andato in pensioneâ€nel 1959 in concomitanza con l’attivazione del nuovo, oggi si presenta agli occhi del visitatore come una torre solitaria, che si erge lateralmente alla casa del Farista. Le sue finestre, tutte circolari, sembrano grossi oblò e richiamano l’architettura dei vecchi vascelli. Apposto sulla facciata vi è anche un bassorilievo raffigurante la Madonnina “Stella del mare†collocata con cerimonia ufficiale nel 1966 da Don Ruggiero Dargenio su idea di alcuni soci iscritti alla lega navale.
Purtroppo non è visitabile perché pericolante, ma sicuramente sarebbe molto affascinante percorrere internamente il tragitto che conduce alla lanterna.
Se pensiamo a quando il faro per produrre luce doveva essere alimentato manualmente, e quando sempre manualmente, il farista doveva caricare ogni 4 o 5 ore il meccanismo rotante ad orologeria che faceva girare la lanterna oppure passare la notte a vegliare durante qualche tempesta, riscopriremmo le testimonianze di un'epoca passata che non tornerà più, anche perchè i fari non saranno più costruiti.
Pertanto il nostro antico monumento (tra l’altro uno tra i primi ad essere edificato, i più recenti sono stati costruiti nei primi anni del 1900 ed hanno quindi più di cent'anni), oltre a custodire memoria delle nostre origini, è prezioso simbolo del secolo della farologia, in cui la maggior parte dei fari, in Italia e nel mondo, furono costruiti e diventarono sempre più luminosi, grazie anche al fisico francese Augustin Fresnel ( 1788-1827 ), che mise a punto un sistema di lenti, tutt'ora usato e che da lui prende il nome, che concentrando tutta la luce al centro, potenziava al massimo la fonte di luce che è stata con il passare degli anni, ad olio, a gas di acetilene, fino ad arrivare alle moderne lampade alogene da 1000 Watt.
La torre del vecchio Faro Napoleonico è situata nel porto, presso il molo di attracco delle navi.
A cura di Gianluigi Gorgoglione (coro Il Gabbiano - Barletta)
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